Inner Game: la lezione di Sinner che ogni leader dovrebbe applicare

Cosa succede quando sei sotto pressione?

Ti blocchi, spaccheresti qualcosa (vedi foto sotto)..… o tieni il controllo?

Qualche giorno fa, di rientro a Santiago, ho incontrato un manager che doveva presentare numeri deludenti all’investment committee.

Era agitato, nervoso, arrabbiato col team perché “non aveva fatto bene il lavoro”.

Insomma: un disastro annunciato.

E mi è venuto subito in mente quello che stava succedendo a New York, ma in un altro campo di gioco: all’US Open. 

Da una parte Jannik Sinner, numero 1 al mondo. Palcoscenico più grande che mai, milioni di persone con gli occhi puntati addosso e il fiato sospeso. E lui? Gioca come se fosse nel cortiletto con gli amici.

Dall’altra Daniil Medvedev. Dopo una sconfitta, si scaglia sulla racchetta con dodici colpi di pura frustrazione.

Stesso torneo, stessa pressione, ma due reazioni completamente opposte.

 
 

NON SI TRATTA (SOLO) DI TECNICA

Nel 1974 Timothy Gallwey, in The Inner Game of Tennis, ha messo a fuoco una verità che oggi vale più che mai anche nel mondo aziendale e nel business: ogni performance si gioca su due campi.

  • Outer Game: tecnica, strategie, strumenti.

  • Inner Game: la gestione di paure, nervosismo, distrazioni.

Sinner ha imparato a governare entrambi.
Medvedev no.

E questa è la stessa differenza che vedo ogni giorno tra chi, sotto pressione, guida con lucidità… e chi invece perde il controllo davanti al proprio team o al board. 

LE LEZIONI DI GALLWEY (APPLICATE AL BUSINESS)

Gallwey osservò che la vera svolta arriva quando impari a:

  1. Calmare il dialogo interiore – in azienda significa smettere di auto-criticare ogni parola o gesto e concentrarsi sul messaggio chiave.

  2. Fidarti dell’automatismo – lasciare che la tua preparazione emerga, invece di sovraccaricarti di pensieri e giustificazioni durante la presentazione.

  3. Restare nel presente – non farti paralizzare da errori passati o scenari futuri, ma guidare la riunione con attenzione piena a ciò che accade nella stanza.

LA DOMANDA DA FARTI

Alla tua prossima sfida, performance, public speaking chiediti:

“Sto investendo solo sull’Outer Game… o anche sull’Inner Game?”

Perché grafici, KPI e strategie ormai li hanno tutti.
La vera discriminante non è il contenuto, ma come reggi la pressione quando gli occhi dei committee o del board sono puntati su di te.

È lì che si gioca il vantaggio competitivo:

  • restare lucido quando altri si irrigidiscono,

  • comunicare con calma quando la sala è tesa,

  • guidare la conversazione invece di subirla.

Sinner lo ha capito, Medvedev no.

E tu, su quale campo di gioco vuoi vincere la tua prossima sfida?

Alla prossima,

Silvia

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